Ci sono cose nella vita delle quali si può benissimo fare a meno, altre che sono fondamentali e irrinunciabili. Tra queste per me ci sono le cose del tutto inutili, gli attrezzini, la minuteria. Ci sono cose che quando le vedi pensi che devono essere assolutamente tue.
Tra queste, non so più ne dove, nè quando le ho comprate, forse risalgono al periodo del decoupage e quindi molto ma molto, ma molto tempo fa, ci sono delle lettere in legno di balsa.
Ora che ci penso deve essere stato moltissimo tempo fa perchè quando le ho acquistate mi mancava l’iniziale di mia figlia e il mio ex consorte alloggiava e bivaccava ancora con noi.
Il legno si sarà stagionato manco fosse quercia e il mio papino tuttofare ha trasformato l’inutile iniziale del separando (una G) in una perfetta C, iniziale di 3/3.
Una mano di primer e una mano di fondo colorato e le iniziali degli abitanti del nuovo nido si sono materializzate.
I maschi si sono beccati le iniziali in tinta con i colori della loro stanza
anche se devo dire hanno boicottato in ogni modo che le appiccicassi sulla loro porta
Diciamo che con mia figlia è andata leggermente meglio in quanto ad entusiasmo anche se credo di averla minacciata e ricattata in qualche subdolo modo.
L’ultima ad essere decorata è stata la mia iniziale, la P di Perline, ma anche la P di Paola o anche la P di palla nel senso di “che palle”. Decorata ovviamente in un decadente e barocco oro e bronzo, colori che si intravedono nella mia stanza. Mia è proprio una gran parola, visto che in realtà è la stanza dove tutti vanno e/o dormono a loro piacimento.
Diciamo che mi sono premunita. Hai visto mai un Altzaimer improvviso (le avvisaglie iniziano a palesarsi) mi impedisca di ricordare chi dorme dove e per sbaglio mi ritrovi magari a cercare i miei vestiti tra quelli da teen ager di mia figlia o tra il caos primordiale di quello dei miei figli. Anche se, credo, la presenza i smalti e trucchi in camera della undicenne mi dovrebbe immediatamente far comprendere che quella non è la mia stanza…